Potevamo mettere un diafano drappo di lino animato dal vento, quale emblema di questo numero di Progetti-Roma, rivolto a rendere visibile una sezione dell’attività progettuale meno conosciuta del territorio. E forse, involontariamente, lo abbiamo fatto illustrando, fra le architetture realizzate, il ritorno sotto tante guise di tende pannelli e paraventi a caratterizzare gli spazi residenziali. Perché, con un tessuto che sfugge alla gravità, i progetti proposti in questo numero condividono un senso di mobilità, incertezza, silenziosità. Ecco allora stanze immerse nel silenzio, disegnate da riflessi e ombre; arredi ambigui, mobili sfuggenti; case e ristoranti cui arredi insinuano in spazi di geometrica nitidezza equilibri fragili, giochi di contrasto forti quasi a proporre rituali iniziatici. Non siamo alla ricerca dell’esotico urbano ad ogni costo, ma continuiamo il nostro percorso alla ricerca delle variazioni regionali della lingua dell’architettura e alcune sue accezioni stimolanti si ritrovano oggi in territori dispersi, non sempre immediatamente percepibili. Nei campi del recupero, della trasformazione degli edifici esistenti, degli allestimenti permanenti o provvisori: qui sono fra gli anfratti più animati dell’architettura degli ultimi anni...dall'editoriale di Franco Panzini.